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Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare. Scopri il podcast originale Smart City XL

Location:

Milano, Italy

Description:

Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare. Scopri il podcast originale Smart City XL

Language:

Italian


Episodes
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Trasporti pesanti: decarbonizzaizone al palo secondo l’analisi del Politecnico di Milano

2/20/2025
La decarbonizzazione dei trasporti pesanti è al palo. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall'analisi dell’Energy&Strategy group della School of Management del Politecnico di Milano. Secondo il report - nell’attuale quadro tecnologico, ma anche fiscale, di incentivi e di regole - il cosiddetto total cost of ownership, che tiene conto sia dei costi di acquisto che di gestione e manutenzione di un mezzo, vale circa 0,65 €/km per i mezzi a gasolio, che diventa 1,02 €/km per i veicoli elettrici (BET) e addirittura 2,47 €/km per i veicoli ad idrogeno: costi significativamente più alti, che spiegano perché le motorizzazioni alternative non prendano quota. Da sottolineare invece la sostanziale competitività di biodiesel e biometano, su cui forse sarebbe il caso di puntare in modo più netto per questa categoria degli autotrasporti. Ne parliamo con Davide Chiaroni, professore del Politecnico di Milano e Cofondatore dell’Energy Strategy Group.

Duration:00:05:15

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Ecco la batteria a batteria a flusso che funziona grazie a uno scarto industriale

2/19/2025
Si chiamano batterie a flusso e rappresentano una delle soluzioni più studiate per lo stoccaggio a lungo termine dell’energia. Si tratta forse della principale sfida rimasta sul tavolo per completare la cassetta degli attrezzi della transizione energetica. Le batterie a flusso permettono infatti di accumulare energia sotto forma di un liquido chimicamente reattivo, che al momento opportuno può essere fatto reagire producendo elettricità. Ma ciò richiede enormi quantitativi di questi liquidi, che va contro la necessità di evitare materie prime critiche o pericolose. Tuttavia, un gruppo di ricercatori della Northwestern University negli USA è riuscito a dar vita a una batteria a flusso che utilizza come liquido reattivo uno scarto industriale, abbondante e privo di altri utilizzi. Commentiamo questa notizia con Barbara Mécheri, professoressa di Fondamenti Chimici delle Tecnologie al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell'Università di Roma Tor Vergata.

Duration:00:07:19

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Animali e robot insieme per compiti di difesa ambientale

2/18/2025
Andiamo a Pisa per parlare di una frontiera della ricerca scientifica che mira ad arruolare gli animali nello svolgimento di compiti di difesa e gestione degli ecosistemi, come ripristinare habitat, controllare specie invasive, o raccogliere dati ambientali in tempo reale in modo non invasivo. Tutto, per mezzo dell’interazione con sistemi robotici. Parliamo, per esempio, di pesci robot infiltrati nei banchi di pesci per fare da leader e condurli in zone sicure; o anche di alveari robot in cui api robotiche danno indicazioni alle api bottinatrici su dove andare a raccogliere nettare. L’idea è che da questa interazione possano emergere proprietà e abilità che non sono la somma delle due, ma qualcosa di più. Di tutto questo ne parliamo con Donato Romano, ricercatore presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Duration:00:07:21

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Adattamento climatico: quali sono le priorità?

2/17/2025
Cosa serve per rendere meno distruttive le alluvioni, che il cambiamento climatico sta incrementando di numero e di intensità? Quali sono le priorità in termini di azione e quali le priorità in termini di ricerca scientifica? Qual è l’armamentario di conoscenze, modelli, strumenti di analisi di cui abbiamo bisogno per adattarci nel modo più efficace possibile? Rispondere a queste domande è essenziale per un Paese in cui la coperta è sistematicamente troppo corta. Ed è precisamente quanto hanno tentato di fare gli esperti della Fondazione RETURN - partenariato esteso del PNRR nato per affrontare i rischi naturali e antropici - i quali hanno stilato un documento di indirizzo che prova a mettere in ordine le priorità. Ce ne parla Alberto Montanari, professore di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'Università di Bologna.

Duration:00:07:27

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Memorie al diamante per non dimenticare mai

2/13/2025
Le incisioni dei Camuni sono arrivate a noi ancora leggibili dopo millenni. Carta e papiri hanno resistito molti secoli. L’aspettativa di vita di un disco BluRay è di qualche decina di anni. Insomma: delle montagne di dati che produciamo potrebbe non rimanere nulla. Ma agenzie governative, istituti di ricerca e archivi nazionali hanno bisogno di supporti che ne garantiscano l’integrità per moltissimo tempo senza troppa manutenzione. Un gruppo di ricercatori della Università di Scienza e Tecnologia della Cina è riuscita a creare una memoria ad altissima densità basata su un cristallo di diamante: una specie di cristallo dati, come se ne sono visti a decine nei film di fantascienza, capace di metterli al sicuro per milioni di anni. Commentiamo la notizia insieme a Nicole Fabbri, Prima Ricercatrice dell’INO del CNR.

Duration:00:07:13

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Progetto SULPHURREAL: stoccare l’energia con lo zolfo

2/12/2025
Non solo idrogeno. A competere per un ruolo di primo piano nella soluzione della più rilevante sfida tecnologica per la transizione energetica - cioè l’accumulo di energia su lunghe scale di tempo - c’è un piccolo drappello di elementi che la tavola periodica ci offre. Tra i pretendenti c’è anche lo zolfo, altro elemento che sappiamo essere molto reattivo, tanto da essere utilizzato nei fiammiferi. Accumulare l’energia solare utilizzando lo zolfo è l’obiettivo del progetto Pathfinder SULPHURREAL, finanziato con quasi 4 milioni di euro dall’Unione Europea, che vede l’ENEA impegnata nella realizzazione di un prototipo sperimentale nei laboratori del Centro Ricerche Casaccia. Ce ne parla Anna Chiara Tizzoni, Ricercatrice del Laboratorio Energia e Accumulo Termico di ENEA.

Duration:00:07:22

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Telecomunicazione quantistiche e classiche: prove di convivenza

2/11/2025
Computer quantistici, sensori quantistici, simulatori quantistici. Esistono ormai numerosi esempi di dispositivi di questo genere, che promettono di rivoluzionare i rispettivi settori. Ma il pieno potenziale della cosiddetta seconda rivoluzione quantistica sarà raggiunto solo facendo comunicare questi dispositivi con lo stesso linguaggio che ne contraddistingue il funzionamento: servono cioè reti di telecomunicazione quantistiche. Parliamo di reti in fibra ottica di cui esistono ormai diversi esempi, ma si tratta di reti dedicate. E se fosse invece possibile usare le stesse infrastrutture in fibra ottica lungo le quali già transita il traffico dati convenzionale? Insomma: Telecomunicazioni quantistiche e classiche possono convivere? E’ proprio quello che ha dimostrato un gruppo di ricercatori della Northwestern University in Illinois, con un esperimento descritto sulla rivista scientifica Optics. Ne parliamo con Davide Calonico, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM).

Duration:00:07:19

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Come estrarre le terre rare senza scavare (o quasi)

2/10/2025
Dall’istituto di Geochimica di Guangzhou, in Cina, arriva una tecnologia innovativa per estrarre le terre rare, che ridurrebbe drasticamente, almeno secondo quanto riportato su Nature Sustinability, l’impatto ambientale delle operazioni minerarie. Si tratta di un metodo estrattivo che richiederebbe pochissimi scavi: infatti i ricercatori cinesi, guidati da Jianxi Zhu, hanno trovato il modo di convincere questi minerali a migrare e concentrarsi in precisi punti di raccolta, attratti dai campi elettrici generati da un sistema di elettrodi inseriti nel terreno. Commentiamo la notizia con l'aiuto di Andrea Dini, Primo Ricercatore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR.

Duration:00:07:22

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Osservatorio nazionale brevetti: poca innovazione nei settori Green e Circular

2/6/2025
In questa puntata parliamo dei risultati di un’analisi condotta dall’Osservatorio Innovazione e Brevetti della LIUC - Univ Cattaneo, che ha fatto il punto sull’andamento dell’innovazione green e dell’innovazione circular prodotte in Italia. Si tratta di un’analisi che tenta di misurare la capacità dei brevetti di generare valore futuro per le imprese e il territorio. I dati rivelano una situazione preoccupante a livello nazionale, con percentuali molto basse su entrambi i versanti, anche se non mancano le eccezioni, come quella rappresentata dal comparto del packaging. Ne parliamo con Raffaella Manzini, professoressa di Gestione dell’Innovazione e della Tecnologia presso la Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC.

Duration:00:07:28

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Propulsione ionica in atmosfera: dai calcoli ai primi prototipi

2/5/2025
Volare nell’atmosfera spinti da un nuovo tipo di propulsione finora utilizzata solo nello spazio: la propulsione ionica. Si tratta di un’ipotesi di innovazione radicale; un campo di studi giovane che, tuttavia, sta iniziando a produrre risultati. Parliamo del progetto IPROP, della durata di 4 anni, guidato dal Politecnico di Milano e finanziato con 3 milioni di € dal programma EIC Pathfinder dell’UE. Perché si può parlare di innovazione radicale? Come sentiremo in questa puntata, la propulsione ionica non solo è una propulsione squisitamente elettrica e completamente diversa da quelle a cui siamo abituati, ma apre alcune prospettive del tutto inedite, come dirigibili per il trasporto di merci a basso consumo energetico o sistemi di osservazione della Terra simili ai satelliti artificiali ma molto più semplici ed economici. Di propulsione ionica e del Progetto IPROP parliamo con Marco Belan, professore di Fluidodinamica al Politecnico di Milano.

Duration:00:07:27

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Speciale DeepSeek: quali scenari si aprono per l’Europa?

2/4/2025
Fare l’IA con dieci, forse cento volte meno risorse: questo è il messaggio contenuto nel report dei ricercatori cinesi, autori del nuovo agente di IA DeepSeek, di cui tutto il mondo parla. Ad oggi i punti di domanda sono ancora molti, ma se questo scenario si rivelerà fondato, cosa potrebbe significare per l’Europa, continente rimasto fin qui indietro nella corsa? Cosa potrebbe significare per il mercato dei servizi basati sull’IA? In quanti potrebbero avere i mezzi, in Italia e in Europa, per replicare il Modello DeepSeek? E fino a che punto potrebbe reggere la tesi di DeepSeek se non fosse fondata? Queste le domande a cui tenteremo di rispondere con l'aiuto di Roberto Navigli, professore di Intelligenza Artificiale all’Università della Sapienza di Roma.

Duration:00:07:26

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Speciale Deepseek: quali sono le novità introdotte dalla start-up cinese?

2/3/2025
In questa puntata ci dedichiamo alla vicenda Deepseek, la start-up cinese dell’IA che, con il rilascio di Deepseek r1 e del report con le specifiche tecniche delle risorse HW ed energetiche, ha terremotato il mondo dell’IA. Al netto di tutti i dubbi sull’affidabilità e degli evidenti limiti in fatto di rispetto della privacy e di sudditanza alla propaganda cinese, quando si toccano temi sensibili il modello ha ottime performance riconosciute da tutti. Quali sono le soluzioni innovative adottate dai ricercatori cinesi? E cosa significherebbe per l’Europa, continente rimasto indietro nello sviluppo dell’IA, se lo scenario “a basso consumo di risorse” dichiarato dai ricercatori cinesi venisse confermato? Lo chiediamo a Elisabetta Fersini, professoressa di Informatica all'Università di Milano-Bicocca ed esperta di LLM.
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SunCoChem: rifare la chimica col sole e la CO2

1/30/2025
I combustibili fossili costituiscono la principale materia prima, non solo del settore energetico, ma anche del settore chimico: basti pensare a tutti i polimeri plastici, prodotti per lo più da petrolio e da gas naturale. Esiste tuttavia un’alternativa rappresentata dalla CO2, che come sappiamo produciamo in grandissime quantità. Naturalmente, arrivare a una simile sostituzione non è facile, ma una strada è stata aperta recentemente dai ricercatori impegnati nel progetto SunCoChem. Il progetto punta sulla luce solare concentrata come fonte di energia pregiata, per avviare una trasformazione chimica della CO2 in un gas di sintesi da cui poi ricavare, a cascata, le principali molecole utili nel comparto chimico. Ce lo racconta Angelica Chiodoni, principal investigator della linea di Ricerca IIT Advanced Characterizations and Optimized Functional Materials for Energy Transition dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

Duration:00:05:35

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"Miniere a membrana" per materie critiche sostenibili

1/29/2025
Li chiamano giacimenti non convenzionali: si tratta di riserve di minerali - tra cui materie prime strategiche quali il litio e le terre rare - presenti sotto una forma diversa da quella sfruttata tradizionalmente. Parliamo di fluidi che per varie ragioni sono ricchi di minerali disciolti: acque geotermiche profonde, fluidi residui dell’estrazione degli idrocarburi, salamoie residue dei processi di dissalazione, e altro ancora. La tecnologia delle membrane è oggi considerata la via più promettente per riuscire a sfruttare questi giacimenti non convenzionali, con un consumo contenuto di energia e un impatto ambientale minimo, che ricorda più il trattamento delle acque che non la classica industria di trasformazione mineraria. Ne parliamo con Efrem Curcio, professore di Fondamenti Chimici delle Tecnologie all’Università della Calabria.

Duration:00:05:21

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Un nuovo strumento per prevedere la stagione dei pollini

1/28/2025
Prevedere la stagione dei pollini, la loro diffusione e concentrazione e calcolare l’esposizione, può essere utile per la popolazione che soffre di allergie (Il 20% della popolazione mondiale). Tutto questo è oggi più facile grazie a un nuovo sistema modellistico ad alta risoluzione sviluppato da ENEA, in collaborazione con l'Università di Verona, Arianet, ATS Milano e ARPA Veneto, nell’ambito del progetto MEETOUT. I ricercatori, infatti, sono riusciti a sviluppare un nuovo algoritmo che, mescolando dati satellitari a bassa risoluzione e dati sul campo a risoluzione più elevata, permette di simulare i processi di dispersione, diffusione a lungo raggio e deposizione del polline con una risoluzione spaziale di soli 3 km, e di calcolarne con precisione le concentrazioni su base oraria. Ce lo spiega Antonio Piersanti, responsabile del Laboratorio ENEA Modelli e Misure per la qualità dell’aria.

Duration:00:05:17

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Un navigatore per la Luna

1/27/2025
Se prendere bene il segnale GPS dalla superficie della Terra può essere un problema, figuratevi dalla superficie della Luna. Eppure, dimostrare che è possibile usare i segnali GPS per stabilire la propria posizione nello Spazio lontano dalla Terra, e addirittura sulla superficie del nostro satellite, è l'obiettivo di LuGRE, uno strumento made in Italy realizzato per l'Agenzia Spaziale Italiana da Qascom, con la partecipazione del Politecnico di Torino in qualità di consulente scientifico. In questo momento, LuGRE si trova in viaggio verso la Luna e il suo arrivo è previsto nei primi giorni di marzo. Si tratta di una delle tante tecnologie che si stanno sviluppando in previsione della missione Artemis, che dovrebbe riportare esseri umani sul nostro satellite dopo oltre 70 anni, ma con la possibilità di spostarsi grazie al navigatore. Ne parliamo con Fabio Dovis, professore di Telecomunicazioni del Politecnico di Torino e responsabile scientifico del progetto.

Duration:00:05:50

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Gallio: il metallo pilota per la biofabbricazione di organi

1/23/2025
Nel tentativo di imparare a crescere in laboratorio organi da trapiantare, uno dei problemi più complicati da risolvere è quello di riprodurre al loro interno la rete di vasi sanguigni, che è necessaria per il loro funzionamento. Una proposta originale è stata fatta di recente da un team di ricercatori, guidati da Subramanian Sundaram della Harvard University e chiama in causa il gallio, uno dei metalli più affascinanti che fonde a soli 30°C. Con il gallio, generazioni di prestigiatori hanno riproposto il gioco del cucchiaino piegato con la forza della mente; mentre i ricercatori di Harvard hanno scoperto che può essere utilizzato per realizzare degli stampi su cui far crescere le cellule del sistema circolatorio. Ne parliamo con Lorenzo Moroni, professore di Biofabbricazione per la Medicina Rigenerativa all’Università di Maastricht.

Duration:00:05:42

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Nanocapsule, cubi camusi e lotta all’inquinamento

1/22/2025
Uno snub-cube, detto anche cubo camuso, è uno dei 13 solidi di Archimede: ha 6 facce quadrate e 32 facce triangolari. “Dynamic supramolecular snub cubes” è invece il titolo di uno studio pubblicato su Nature da ricercatori delle Università di Padova e di Hong-Kong, i quali sono riusciti a creare delle capsule proteiche di dimensioni nanoscopiche con la forma, appunto, di uno snub-cube, capaci di inglobare sostanze al proprio interno e successivamente di rilasciarle in modo controllato. In natura, strutture proteiche di questo tipo sono largamente presenti e svolgono diverse funzioni. Per lungo tempo gli scienziati hanno provato a riprodurle artificialmente, con l’obiettivo di applicarle in settori che vanno dalla medicina alla lotta all’inquinamento. E ora, finalmente, questo traguardo appare più vicino. Luka Dordevic docente al Dipartimento di Scienze Chimiche dell'Università di Padova ci parla di questo studio.

Duration:00:05:39

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Fogli di diamante col nastro adesivo

1/21/2025
La storia ricorda la scoperta del Grafene, prodotto per la prima volta una quindicina di anni fa utilizzando del comune nastro adesivo, che gli scienziati utilizzarono per “strappare” sottilissimi fogli di Grafene da pezzi di comune grafite. Una specie di “depilazione”, o di esfoliazione a livello atomico. Ora un gruppo di ricercatori dell’Università di Hong Kong è riuscita a fare qualcosa di analogo con il diamante, ottenendo sottilissimi fogli di diamante che potrebbero trovare impiego come substrato di base per dar vita a circuiti elettronici più efficienti e capaci di lavorare ad altissima temperatura: l’elettronica al diamante, appunto. Ma la strada da percorrere è ancora lunga. Ce ne parla Camilla Coletti, Coordinatrice del Centro per l’innovazione in nanotecnologia dell’IIT di Pisa.

Duration:00:05:45

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Idrogeno turchese

1/20/2025
In gergo viene chiamato Idrogeno turchese. Se ne parla poco, ma molti ritegono che rappresenti la strada maestra per rendere disponibile sul mercato idrogeno decarbonizzato a un costo accessibile: non così economico come l’idrogeno grigio (prodotto da combustibili fossili con forti emissioni di CO2), ma ben più economico dell’idrogeno verde (prodotto da energia elettrica rinnovabile a partire dall’acqua). La produzione di idrogeno turchese si basa sulla separazione di idrogeno e carbonio negli idrocarburi. Ma anziché utilizzare il solito processo steam reforming, che genera come sottoprodotto moltissima CO2, in questo caso il carbonio prodotto sarebbe solido, evitando quindi di andare in atmosfera e trovando altre applicazioni come materia prima. Ne parliamo con Pere Margalèf, Director of Decarbonization Technologies di Snam.

Duration:00:05:43